Martesana Van Vlaanderen è quell’appuntamento che al momento dell’iscrizione dici ma si! sono solo 100 km con 1000 di dislivello, la faremo in scioltezza… e poi all’arrivo ti ritrovi sempre imballatissimo e con le gambe frollate.
La terza edizione non si smentisce e ci riserva il solito e fantastico mix di muri, ciottoli, sterro, sbarre, pozze d’acqua, fango, centrali elettriche, cemento, ponti e passerelle sul blu scuro del fiume Adda e, last but not least, la fantastica accoglienza di tutto il team MVV.
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La nostra MVV comincia a Milano, dalla stazione metro di Loreto con destinazione Gessate, il capolinea più remoto della metro verde.
Arrivati a Gessate, ci avviamo verso Inzago e, una volta lì, con calma e dopo una seconda lauta colazione, partiamo verso le 8:30 in compagnia di Gio Pirotta, i Pops e altri compagni di avventura.
La prima parte del percorso è ormai un classico: partenza, le prime sbarre, un po’ di asfalto e poi quel primo pezzo sterrato con le pozze d’acqua che è una goduria assoluta. Lo spirito della MVV comincia a farsi sentire da lì, quando lo sfrigolio dello sterro accompagna il rotolare delle gomme e grida per andare a tuttaaaaa!
Dopo una serie di tirate mortali e senza senso, raggiungiamo i primi muri e poi il primo ristoro, dove, con nostro sommo sbigottimento, scopriamo che Vertical sta correndo tutta la MVV con una bici da passeggio Montana, modello Luna Piena. Un gran mezzo a detta sua, non particolarmente scattante in salita, ma che ha rivelato grandissimi doti di stabilità e controllo in discesa.
Da lì le cose cominciano a farsi serie perché verso la metà della MVV il buon Pirotta ci porta verso una parte inedita del percorso. Seguendo la traccia GPX arriviamo prima ad Imbersago, poi procediamo verso Brivio e raggiungiamo la Madonna del Bosco. Una graditissima novità per la MVV, ma nulla di nuovo per noi Cicloidi, visto che passiamo da quelle parti ogni volta che dirigiamo in Valcava.
Procediamo quindi baldanzosi e sicuri di conoscere tutte le insidie che ci riserva quel passaggio. Dopo Respiro, la Madonna del Bosco e qualche muretto delle parti del Lago di Sartirana, il gruppo procede spensierato lungo Via Papa Giovanni XXIII, con la testa già al secondo ristoro, quando all’improvviso tutti i Garmin e Wahoo cominciano a bippare all’impazzata. Che succede? Non è possibile. Non possiamo aver sbagliato strada, non ci sono bivi né a destra né a sinistra. Ci fermiamo per guardarci intorno e, ad un certo punto, tra la giungla di rovi e sterpaglie sul lato della strada, si scorge un angusto passaggio che si inoltra nella foresta pluviale brianzola che circonda Villa Grugana. Imbocchiamo timorosi quel passaggio e ci ritroviamo sul muro più spietato, viscido e lungo di tutta MVV: il Gruganmuur.
È stata un’ecatombe, si saliva a malapena in mountain bike e solo in pochi riescono a restare in sella mentre la ruota posteriore slitta sui ciottoli umidi e i tappeti di foglie marce, evitando le bici e i corpi dei ciclisti scivolati a terra.
Non finiva m-a-i e, una volta in cima, la sensazione è stata quella di aver ormai scollinato, in tutti i sensi. Fatto il Gruganmuur, il resto della MVV è ormai in discesa pensiamo… beh, per modo di dire, perché comunque mancano ancora 6 muri tra cui l’amato Berticentrallmuur (quello prima del ristoro con i ciottoli giganti) e poi l’infido Hemelmur (quello in erba).
Ormai abbiamo in testa solo le birre e la pasta che ci attendono all’arrivo e muro dopo muro, con in mezzo una pausa al ristoro, ci avviamo verso il Ryan Café.
Una volta arrivati al Ryan, ce la mettiamo tutta per bere quante più birre possibili, ma nulla. Non vinciamo nemmeno un premio.
Un grazie a Gio, Maddi e tutto il team MVV per la fantastica giornata, senza dimenticare il meteo che ci ha risparmiato quella che sarebbe potuta essere la prima MVV sotto l’acqua battente.
Il Trittico 2018 continua con la Coppa Asteria! Ci vediamo a Bergamo il 2 giugno per il secondo timbro!